Occhi verdi profondi. Una pantera dai lunghi capelli neri.
Dire che Federica Sarno abbia una personalità prorompente non rende a pieno l’idea.
Federica è Napoli e il Vesuvio, é Parigi e la Senna, è odio e amore. Senza mezze misure. Nel bene e nel male.
Magnetica. Sensuale. Infinitamente fragile. Dannatamente forte.
Leone nel segno e nell’anima.
Chi è Federica Sarno?
Sono Federica Sarno e queste sono tutte le cose che amo: la moda, i film della nouvelle vague, gli animali, il mio fidanzato, le scelte sbagliate in passato, i viaggi fatti e quelli per ora solo progettati, la mia Terra e la campagna, Parigi e i pain au chocolate esclusivamente vegan, ça va sans dire. Leone ascendente Toro, stars addicted. I tre pregi e tre difetti che tutti chiederanno? Lunatica, impulsiva, permalosa, sensibile, coerente, dolce, generosa, comprensiva. Non sono 6? Ecco non faccio tutto quello che mi si impone.
Come è iniziata la tua carriera da attrice?
Ho cominciato a fare l’attrice perché ero scappata da Milano e dal mondo della moda. Durante delle sedute di analisi capii che forse volevo raccontare delle storie attraverso la pelle di altre però e che non sarei mai potuta essere altrimenti. E perché c’è un sano egocentrico che mi caratterizza. Sono arrivata a Roma e da lì ho pensato che studiare fosse la cosa buona e giusta quindi ho iniziato con il Duse International di Francesca De Sapio e poi con la coach Gisella Burinato. Credo di aver studiato per circa 5 anni prima di prendere poi un’agenzia che potesse rappresentarmi ai provini.
La tua più grande ispirazione?
La mia più grande ispirazione è sempre stata e rimane la moda. Ma non nel senso unilaterale del defilé anzi. Per me moda è arte e spettacolo, libertà di espressione anche nello svegliarsi la mattina e scegliere un golf giallo invece che glicine. Di certo la natura è grande fonte d’ispirazione per me e l’arte tutta. Una luce riflessa in un modo piuttosto che in un altro rispetto al tipo di cielo che c’è. La terra è poi ispirazione.
Come puoi definire il cinema italiano dei nostri giorni?
Il cinema di oggi forse lo incasellerei nello spazio di transizione: c’è molto buon cinema e non soltanto più di nicchia che racconta storie ben scritte e ben interpretate. Certo c’è ancora una situazione di sovradosaggio di commedie inutili o con le solite storie però La situazione sta piano piano cambiando.
Raccontaci il tuo grande amore per Parigi.
Il mio grande amore per Parigi è L’AMORE. Parigi per me è il mio inizio perché mio papà è volato via in quella città mentre io stavo per nascere da lì a qualche giorno e questo rapporto ancestrale per me non è mai cessato. Anzi, ho vissuto a Parigi e se non la faccio tutt’ora è perché il mio amore «umano» non può spostarsi da Roma per via del lavoro. Ma cerco di tenere il filo che ci lega a prescindere. Parigi mi ha salvato, mi fa fatto capire la paura di essere sola e diventare più forte e coraggiosa. Mi ha fatto ridere e commuovere allo stesso tempo solo con gli occhi insù verso il cielo ed il glicine dei tetti. Mi ha fatto respirare, macinare chilometri, scoprire quale era il mio posto nel mondo. La amo così com’è con le sue interminabili giornate di pioggia e vento forte all’entrata delle metro, con la gente che se sbagli l’accento ti dice che la via che hai alle spalle è sbagliata, con gli studio minuscoli di 22 mq ma anche per le luci di quelle case difronte che ti fanno immaginare le vite degli altri, per i bistrot pieni e Montmartre d’estate alle 6 del mattino.
Che cos’è per te la femminilità?
La femminilità è uno sguardo, un sorriso, il giusto modo di usare le mani, un’attitudine che non si può creare col tempo. Va a braccetto col fascino. O ce l’hai oppure meglio puntare su qualcos’altro.
Cosa ti manca di più in questo periodo di isolamento?
In questo periodo mi manca Parigi senza dubbio perché sarei dovuta essere lì ad aprile ma mi manca la libertà di scelta. Lo svegliarmi la mattina e pensare «non ho le arance per la spremuta, passo un attimo al supermercato prima che Giuseppe si svegli» e dopo un attimo capire che uscire non è più al volo come prima. Mi manca anche una semplice passeggiata al parco con il mio cane ed una pizza in pizzeria. Le cose più semplici per ora ma che limitano la nostra piccola libertà.
La femminilità è uno sguardo, un sorriso, il giusto modo di usare le mani, un’attitudine che non si può creare col tempo. Va a braccetto col fascino. O ce l’hai oppure meglio puntare su qualcos’altro.
FEDERICA SARNO
Instagram @federicasarno