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Una molestia travestita da complimento

Molti di voi già mi conoscono per il percorso di body positive che spesso affronto sul mio Instagram e di cui ho parlato anche in questo safe place che è per me Cotton Candy Land ma ritengo che sia doveroso dare un contorno alla vicenda per capire cosa succede.

Partiamo dal presupposto che da diversi mesi sto iniziando ad apprezzare molto di più il mio corpo, questo significa che riesco a guardarmi allo specchio con serenità e senza la solita crisi di identità dovuta al peso o alle forme troppo evidenti. Mi sto accettando per come sono e lo sto facendo anche postando sui social delle foto che ritraggono il mio fisico. Dopo questa premessa (che sento di fare per iniziare al meglio questo post autoriflessivo) vi racconto cosa mi è successo qualche settimana fa.

Tra i vari messaggi privati di Instagram mi compare quello di un uomo con cui non ho mai avuto alcun tipo di rapporto o confidenza – e lo specifico per togliere di torno ogni dubbio – che mi scrive semplicemente per informarmi che la mia suddetta foto lo ha ECCITATO. 

Normalmente non dedico del tempo a questi futili commenti ma vedendo la chat mi ero resa conto che spesso quest’uomo commentava con un po’ troppa confidenza alcuni miei contenuti. Inoltre, essendo un account molto seguito sui social e con un profilo incentrato particolarmente sulla sessualità e sensualità (forse per lavoro o forse per diletto) mi sono lasciata andare ad una riflessione che, non lo nego, non avrei fatto se fossi stata davanti ad un classico profilo fake. Ci tengo a sottolineare questa differenza proprio perché credo che gli account senza seguito, creatisi con lo scopo di poter pubblicare liberamente certi commenti siano da tenere poco in considerazione.

Una persona che non ci mette la faccia non lascia sicuramente lo stesso impatto di una che, invece, oltre a lasciarti il suo nome, palesa anche la propria retorica di persona colta, istruita e coscienziosa. Per queste ragioni allora mi sono chiesta quanto sia effettivamente sottile la linea che separa il complimento dalla molestia e che cosa scatta nella testa di queste persone quando decidono di palesare alcuni pensieri così intimi. Inoltre, mi domando se siano realmente coscienti che non si tratta di un commento positivo ma, piuttosto, di uno fuori luogo. E ancora più grave, se ne sono a conoscenza, cosa li porta a mettere in ridicolo/imbarazzo una donna solo per aver postato una foto di sé stessa?

Parlandone su Instagram con una sorta di sondaggio autocosciente sono arrivata a varie conclusioni.

Manca sicuramente una parte di consapevolezza, questo significa che molti uomini hanno interiorizzato e accettato un processo di approccio totalmente tossico. Il non rendersene conto è di una gravità disarmante perché significa che vengono a mancare le basi su cui si costruisce la sana interazione con l’altro. Anche perché, parlandoci chiaro, tra uomini non si permetterebbero mai di fare questi commenti. Allora ci si chiede, cosa c’è di più? Dal momento in cui si sente dire che non sono del tutto consci dell’offesa perché non fanno i medesimi commenti tra loro?

Facendo un passo indietro, credo che alla base di queste azioni ci sia, come sempre, una cultura fortemente maschilista: cioè la convinzione di una presunta superiorità dell’uomo sulla donna. Questo sentimento di onnipotenza porta il mschio a ritenere che il fine delle azioni altrui sia proprio quello di scaturire una reazione – piacevole aggiungerei – nei suoi confronti. Parlo di maschilismo perché in questo senso è l’uomo ad ergersi come giudice di fronte alle azioni di una qualsivoglia sconosciuta che decide di postare (ed è del tutto lecito che lo faccia) un pezzo di sé sui social. Per molti, quindi, dire ad una donna che la propria immagine li eccita equivale a dare una sorta di pacca sulla spalla, come se ci stessero concedendo un feedback positivo sulla nostra figura.

Cosa significa in sostanza? Se ti fai vedere sui social è perché cerchi un qualche tipo di attenzione ed io, in quanto uomo – che devo essere attratto da te – esprimo la mia reazione. Viene fuori la poca voglia di mettersi in discussione per analizzare realmente la cultura che ci appartiene e in cui nasciamo, manca quel passo in più verso la consapevolezza. Facendo un apprezzamento l’uomo palesa la sua attrazione verso di te, e tu che sei donna, ne dovresti gioire perché devi farlo, devi necessariamente porti come obiettivo il voler essere attraente per la persona che ti osserva, anche se questa non la conosci e anche se non la vorresti conoscere mai.

Aggiungo, inoltre, una riflessione che mi porta ad identificare questo ragionamento come viziato poiché riflettendo a fondo sulla questione si arriva a capire che, se gli uomini hanno effettivamente coscienza di essere inconsapevoli, non sono allora consapevoli di non esserlo? Per quanto sia un discorso contorto funziona. Questo gioco di parole ci porta a capire che più di consapevolezza forse dovremmo parlare di volontà. 

Quello che non torna effettivamente nel rapporto di causa ed effetto è proprio la volontà. L’uomo non vuole mettersi in gioco, non vuole provare a smontare le proprie certezze e ad accettare il proprio limite che è quello di non riuscire ad andare oltre la concezione di donna vista come oggetto sessuale.

Inoltre, se l’uomo decide di palesare il proprio eccitamento significa che non prova interesse per la reazione opposta, quindi viene meno anche la sensibilità nei confronti del ricevente. Il mio valore come donna viene meno rispetto al loro giudizio o complimento, comunque lo si voglia intendere.

Esprimere un commento solo per il proprio diletto, sapendo (chi più e chi meno) di arrecare un danno piuttosto che per valorizzare effettivamente chi ha pubblicato la foto escluda già di per sé il complimento. 

In conclusione, quindi, è normale assorbire le tendenze che appartengono alla nostra realtà ma è altrettanto dovuto imparare a scindere ciò che è opportuno da ciò che ferisce il prossimo. La molestia dopo tutto è una pungente sensazione di disagio, tale da alterare le normali caratteristiche di uno stato, di un’azione o di un comportamento, provocata da fattori o agenti interni o esterni, oggettivamente ostili o sentiti come tali.

è normale assorbire le tendenze che appartengono alla nostra realtà ma è altrettanto dovuto imparare a scindere ciò che è opportuno da ciò che ferisce il prossimo.

CATERINA

Non trovo che sia così impensabile riuscire a percepire quale sia il comportamento che può scaturire questa reazione di forte disagio. Cercando di evitare il discorso paternalistico, vi pongo adesso io una domanda: se fosse successo a vostra madre o vostra sorella?

Per quanto poi, mi piacerebbe anche poter spiegare un semplice concetto senza dover per forza attingere al sentimento di amore e di paura che provate per le persone care. Ma visto che spesso non si riesce ad essere obiettivi mi sembra la cosa migliore da fare per sensibilizzare.

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